Il 7 marzo 1999, esattamente vent’anni fa, ci lasciava Stanley Kubrick, tra i più grandi registi del cinema americano. Un artista che ha toccato tutti i generi e tutti in modo magistrale, amato quanto controverso, che ora vive nella leggenda. Oggi sono venti anni senza Kubrick, e noi di Rental Film vogliamo omaggiare, come in una precedente occasione, a nostro modo il genio.
Venti anni senza Kubrick oggi, in un viaggio nella mente del cineasta
Un personaggio misterioso, da centinaia di reazioni e da centinaia di sfaccettature. Misantropo, schivo, poco mondano e caratterizzato dalla cura maniacale del suo lavoro. Questo è stato Stanley Kubrick, scomparso il 7 marzo del 1999, che ha segnato in modo indelebile la storia del cinema americano e non solo.
Scalpore e perfezionismo
Ossessione e meticolosità quella del lavoro di Kubrick, che parte dalle scenografie. Una cura morbosa, fatta di simmetria, prospettive, inquadrature studiate in modo millimetrico e riferimenti all’arte che variano da film a film. Luce naturale nella maggior parte, in un ordine perfetto e coerente, che fece durare le riprese dei suoi film anche più di un anno, ma che lo spettatore osserva quasi in stato di estasi, come davanti ad un’opera d’arte.
Il rapporto con gli attori che dirigeva è assolutamente uno degli aspetti più sconvolgenti del suo operato. Da quello che sfiora la violenza psicologica nei confronti di Malcolm McDowell, il drugo Alex di Arancia meccanica, alle pressioni che traumatizzarono Shelley Duvall, la Wendy di Shining, senza dimenticare il dramma dell’addestramento militare in Full Metal Jacket, nel legame di disprezzo e rispetto tra Palla di Lardo, interpretato da uno straordinario Vincent d’Onofrio, ed il sergente Hartman, il vero ex militare Ronald Ermey.
Oltre a perfezionista, Stanley Kubrick era anche un attento osservatore del mercato: la maggior parte dei suoi film hanno avuto un successo eclatante. Quello forse più celebre è stato 2001 – Odissea nello Spazio, che diede nuova vita al genere fantascientifico. Ha saputo affrontare temi popolari, come la distopia ne Il Dottor Stranamore, lo scandalo sessuale in Lolita e l’orrore dell’ambiente militare nel già citato Full Metal Jacket.
Stanley Kubrick ci lascia vent’anni fa, questo giorno esatto, a 70 anni, a causa di un infarto nel sonno. Il suo ultimo film, postumo e forse incompiuto, è Eyes Wide Shut, contraddistinto da atmosfere oniriche e misteriose, scenografie dai colori estremamente contrastati ed un’erotica coppia Tom Cruise – Nicole Kidman.
Kubrick contro i canoni di Hollywood
Nelle sue controversie, Kubrick è inoltre riconosciuto per un’espressività decisamente lontana dai canoni di Hollywood. Convenzioni, stereotipi e dogmi del cinema americano, che non ha seguito bensì ha rimodellato a suo piacimento, così come i suoi attori. L’assoluta passione per la fotografia, che lo ha portato all’ossessione per le sue scenografie, nelle quali gli attori si fondevano, è un altro dei suoi punti di forza. Più che un regista canonico, si può infatti considerare precursore di un nuovo stile, o addirittura più un fotoreporter, che ha ispirato artisti del cinema come Duncan Jones, Alfonso Cuaron o Wes Anderson.
Se riuscite a parlare in modo brillante di un problema, potete creare la consolante illusione di averlo sotto controllo.
Stanley Kubrick
E oggi, che sono ufficialmente venti anni senza Kubrick, qual è il vostro ricordo del maestro? Cosa pensate del suo stile e del lavoro dietro ad ogni pellicola? Qual è il film che ricordate con più piacere o suscita in voi particolari emozioni? Fateci sapere, come solito, con un commento. Vi aspettiamo!
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